Neil Harbisson, l’uomo che è riuscito a diventare un cyborg
L’artista inglese non riusciva a distinguere i colori e si è fatto impiantare un’antenna nella testa: “Da allora è come se avessi un nuovo organo”
Articolo di Luca Zorloni, 14 aprile 2107
"La storia di Neil Harbisson inizia in un romanzo di Italo Calvino e si sviluppa in uno di Philip Dick. Il primo cyborg riconosciuto per legge sale agli onori delle cronache come un novello Barone rampante. Artista britannico, ma cresciuto in Catalogna, nel 2001, a 19 anni, Harbisson si fa conoscere dalla stampa spagnola perché si arrampica in cima a un albero per difendere tre piante secolari dal taglio nel centro di Matarò, in provincia di Barcellona. Per qualche giorno tiene in scacco il cantiere, finché il Comune capitola alla sua protesta e cancella il taglio degli alberi.
Ma non sono questi titoli a rendere famoso Neil Harbisson. Da bambino gli viene diagnosticata l’acromatopsia. È l’incapacità di distinguere i colori. Per Neil, classe 1982, il mondo è un grande film in bianco, nero e scala dei grigi. Mentre studia al Darlington College of Arts, nel Regno Unito, si appassiona di cibernetica e sviluppa insieme a un informatico, Adam Montandon, la prima bozza di quello che chiamerà eyeborg, ossia un’antenna che trasforma le onde dei colori in 360 onde sonore. Neil sente i colori attraverso l’antenna, che ora è impiantata in modo permanente nel cranio.
<<È un’opera d’arte. Non è dispositivo medico né un ausilio per la vista>>, racconta al margine del Forum organizzato a Milano dalla società di software Sas e a cui Neil è stato invitato come relatore. In una stanza del centro congressi Mico l’artista racconta la sua storia e la scelta di diventare un cyborg, il primo riconosciuto per legge da uno Stato."
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